Dopo una laurea in psicologia? Diamo i numeri...

Recensione dell'incontro "Orientarsi da Psicologhe e Psicologi" organizzato dall' Università Milano Bicocca

11 e 18 Marzo 2016

           

           Sei anche tu uno studente o un appassionato di psicologia, o sei in questa fase di transizione tra mondo accademico e lavorativo? Immagino che come me ti porterai un bagaglio di domande ed incognite. Quella che fa eco più di tutte e sento con gran comunanza, riguarda il post laurea: Cosa farò? Davanti agli snodi del futuro atteso, cerchiamo di dare voce e risposta ad alcuni quesiti essenziali:
Lavorerò? Chi è e cosa fa uno psicologo oggi. Passione e retribuzione possono essere positivamente correlate? Da qui a cinque anni, dove sarò?

Occupabilità

            È la capacità di trovare e mantenere un lavoro che sia ritenuto soddisfacente ed appagante.
Analizziamo i dati sull’occupazione: le cifre sono confortanti in un’ottica di media lunghezza. Oltre il 77% dei colleghi risulta avere un posto di lavoro a cinque anni dal conseguimento del titolo magistrale. Al top stanno i medici, con una percentuale d’occupazione del 97%, Ingegneria al 91% e chiude il podio poco distante il settore economico-statistico. A distanza di un anno dalla laurea invece, le cifre non sono così solide, solo il 40,8 % dei neo laureati in psicologia dichiara di avere un lavoro, ma valutando l’obbligo dell’anno di tirocinio c’è da pensare che oltre a non avere più molte ore a disposizone, potrebbe non essere un impiego relativo alla professione!

 

Dove rendo il meglio di me


            Probabilmente molti di noi avranno già un orientamento, un’idea, almeno dell’ambito o settore in cui vogliano inserirsi. Trova il tuo ruolo nel mondo e troverai anche te stesso. Lasciando aperti vari orizzonti può essere decisamente utile dare uno sguardo al mercato del lavoro, per capire quali settori sono maggiormente coperti e su quali potrebbe essere lungimirante inserirsi, valutandoli terreni fecondi sui quali investire.

Anzitutto lo psicologo dell’immediato futuro si configura come un professionista pronto ad inserirsi con flessibilità in un panorama eterogeneo.
I settori più professionalizzati, sono quelli dedicati alla persona: la sanità, i servizi sociali, l’istruzione e la ricerca; ma anche l’ambito aziendale per quel che riguarda le attività di consulenza e formazione.

2008 – 2013


            Osservando il mutamento del lavoro da dieci anni a questa parte, si nota come sia stato necessario ridisegnare e ridefinire i cluster di appartenenza occupazionale. Nel 2008 eravamo così ripartiti:
- salute pubblica (29%),
- attività privata di psicoterapia (24%),
- scuola e servizi socio-educativi (19% e 16%),
- consulenza ed organizzazioni (6% ciascuno).

Nelle rilevazioni del 2013 irrompe la figura dello psicologo flessibile (18%). Gli altri settori han subito leggere oscillazioni, ridefinendosi su nuovi mercati:
- Servizi pubblici (24%),
- Educazione (23%).
- L’ambito delle organizzazioni ingaggia solo un 8% dei colleghi.
 
Il contesto in cui svolgiamo maggiormente il nostro lavoro è quello della salute, prevenzione e cura (75%). Territori quali il marketing (2%), comunicazione e pubblicità (4%), sport (4%) ed area giuridica (7%) sono i meno provvisti di un contributo psicologico certificato.

 

La Passione

            L’unica certezza di questa professione è tangibile: la soddisfazione per i contenuti del lavoro! Ama ciò che fai e fa’ ciò che ami. Questa potrebbe essere la pillola magica da assumere in qualunque situazione, indipendentemente dal suo contesto d’applicazione. L’attività psicologica, inserendosi nell’azione di cura, riesce a ripagare con eccellenza l’investimento affettivo su di essa, il 95% del campione fornisce un riscontro altamente positivo, nonostante Il carico notevole di stress è avvertito da circa il 63% dei colleghi.

Diventare ricco con la psicologia

            “Chi ha le competenze emerge”. Ricordo Valeria Ugazio con questa sua affermazione. Probabilmente la ricchezza a cui lo psicologo deve mirare è quella delle conoscenze, delle esperienze e delle relazioni. Chi si saprà costruire come professionista, sarà anche in grado di attrarre il lavoro. L’aspetto retributivo si attesta saldamente all’ultimo posto nel contest con le altre professionalità: ad un anno dalla laurea la media del nostro stipendio è di 674 euro mensili a fronte di una media totale di 1065 euro. Se avete vicini di casa genealogicamente prolifici guadagnerete sicuramente di più con un contratto da baby-sitter! (Confronta con CCNL Lavoro domestico). Solamente verso fine carriera gli stipendi si allineano a quelli degli altri professionisti. Per l’esercizio del nostro ruolo, la strada della libera professione è la più utilizzata dai giovani colleghi (circa il 39% a 5 anni dalla laurea). Solo il 27% ha un impiego stabile a tempo indeterminato lavorando per terzi.


La maggioranza dei colleghi, è anche unanime sull’idea che la considerazione sociale del nostro ruolo non abbia il giusto riconoscimento tra le persone e per le persone, né ci sia l’adeguata percezione dell’importanza che hanno le competenze psicologiche nella vita quotidiana; sia tra il focolare domestico, che nella propria azienda e nei vari settori in cui si declina. Il lavoro per divulgare la cultura psicologica è tutt’ora in atto e ancora lungo da percorrere.

 

 

Fonti bibliografiche:

 

- Ricerca svolta da GFK Eurisko per l’Ordine Nazionale degli Psicologi (2009): attualità e   futuro delle professioni psicologiche.

- Ricerca Università Cattolica (prof. Bosio) – CNOP (2013): le professioni psicologiche in Italia, lo stato e le prospettive.

- Almalaurea: indagine sulla condizione occupazionale dei laureati 2014. 


 

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