Batman - Il Cavaliere oscuro

Signore e signori, BENVENUTI alla prima recensione pentapuntuale dell’Ambito Psicologo!!!

Se nella domanda del post di anteprima avete risposto "Batman - Il cavaliere oscuro"... Avete azzeccato!

E partiamo subito con la PSICOrecensione (perché aggiungere PSICO alle cose, le rende MIGLIORI!) di questa spettacolare opera di Christopher Nolan:

Ovviamente… SPOILER ALERT! Si consiglia di vedere il film PRIMA di intraprendere la lettura di questo articolo! In caso contrario, l'Ambito Psicologo, declina ogni responsabilità rispetto alla possibilità di beccarsi intere scene o dialoghi riportati pari pari dal film in questione. Si ricorda inoltre che riferimenti a cose, persone e fatti realmente accaduti è da ascriversi alla casualità (oltre che all'allineamento dei pianeti e all'incrocio tra gli archetipi junghiani e le profezie autoadempienti!).

 

1) Al primo punto metterei la scena iniziale in cui Joker (quanto amo questo Joker!) programma in anticipo un colpo che ha dell'assurdo in una banca della mafia! La cosa che risulta impressionante è la precisione con cui il folle criminale prevede il comportamento di ogni elemento della sua compagine di clown. Se pensiamo alla logica con cui viene ideata la rapina sarebbe possibile ipotizzare un disturbo delirante. Eppure, la crudele strategia di J va in porto... D'altra parte, "ciò che non ti uccide, ti rende più... Strano"

 

2) Ed è ancora lui, il protagonista della scena in cui, nella riunione tra i mafiosi di Gotham, i "Russi" e Mr Law, piomba sulla scena un decontestualizzatissimo pagliaccio. Dopo aver offeso l'intera troupe di malviventi, dimostra a questi come sia semplice tenerli in scacco con qualche bomba e un piano folle (occhio a non farsi sentire da lui mentre leggete, non prende bene la diagnosi...). In squesto spezzone che dura circa 3 minuti, l'attore (e anche il doppiatore italiano a mio parere [e gli originalisti si infiammano!]) fa sfoggio di una capacità di interpretare la consapevolezza delle potenzialità di questo disturbato genialoide!

 

3) A questo punto penso sia arrivata l'ora di parlare del vero eroe dell'intera saga del tenebroso mascherato, che anche qui non ha perso occasione per costellare l'intera durata del film di pillole di saggezza, l'unico, o quantomeno il primo a concepire la non-logica del Joker. Signore e signori, "Alfred Thaddeus Crane Pennyworth", per i più, soltanto Alfred. Il maggiordomo (mi raccomando, non cameriere) è un esempio di dedizione e attenzione nei confronti del signorino Bruce. Egli, concilia il ruolo di genitore sufficientemente buono con quello di partner silente e preciso. 

 

4) Ok dai, è giunto il tempo di ragionare dell’eroe in maschera e mantello dalla voce rauca. Eh si, stiamo parlando di Bruce Wayne, in arte Batman! L’intero ciclo del cavaliere oscuro si basa su un equilibrio molto semplice ma al contempo labile e cruciale: la differenza tra bisogno e merito. Si potrebbe dire che chi ha bisogno e merita aiuto è considerato buono, degno di compassione; chi rifiuta, non necessita e non merita aiuto, al contrario, è un cattivo nell’ottica del paladino di Gotham. Ebbene si, il riferimento palese è alle polarità di ugaziana memoria. Il nostro eroe passa tutto il film a regolarsi su quanto sia giusto pensare alle proprie passioni, all’amore e quanto invece sia da elevare a ordine superiore, il proprio senso del dovere. 

 

5) Per finire, una frase. Quella che più di tutte mi ha colpito (e a tal proposito vi invito a commentare con la VOSTRA espressione preferita di questo film). E la mia scontatissima citazione è…

“Se introduci un po' di anarchia… se stravolgi l'ordine prestabilito… tutto diventa improvvisamente caos.”

Il nichilismo, il cinismo cieco che si cela dietro questa semplice espressione di Joker mette in dubbio non solo la rettitudine del supereroe, non soltanto i sani principi del futuro Due Facce, bensì l’intero insieme delle regole sociali che regolano i rapporti tra gli abitanti della città. Forse la vera forza di questo assunto sta nel colpire, in maniera sottile e poderosa al contempo, un sistema di norme che si danno per scontate nell’intera società; esagerando, qualcuno potrebbe dire che il supercattivo, qui, mina le basi stesse del vivere in società.

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