Che c'entra il tennis con l'istruzione?!

Recensione del seminario: L'aiuto efficace per i ragazzi con DSA

Salò, 20 Febbraio 2016

 

Parlando di disturbi specifici dell'apprendimento (DSA), non si può fare a meno di definire cosa sia oggi l'apprendimento: nell'accezione moderna, questo si può definire come il comportamento in un ambiente di interazione che conduce a nuove configurazioni del bambino con il suo contesto. 

 

In questa definizione sono compresi tanti concetti:

  • attenzione e percezione (Cosa stimola un bambino a studiare?);
  • memoria e funzioni esecutive (Che cosa ricordo meglio? Come programmiamo lo studio?);
  • metacognizione (Come apprendiamo bene?).

... per questo è importante mettere a punto strategie efficaci!

 

Le ultime direttive ministeriali per le scuole, datate 2010/12, sono quelle che prevedono gli strumenti compensativi e le misure dispensative... Ma tutto questo si traduce in possibilità di esprimere o migliorare il potenziale dello studente?

 

La sintesi vocale, per esempio, proposta dalle nuove tecnologie potrebbe essere vista come un distacco da parte delle risorse cognitive da quella che sembra l'unica "meccanica del leggere"; al contrario con "l'effetto karaoke" lo studente può fruire di un doppio canale per l'acquisizione delle informazioni. Partendo da questo tipo di trovate geniali, Anastasis (ndr), una cooperativa bolognese organizza ogni anno dei campus estivi per persone con disturbi dell'apprendimento in cui tra le varie attività proposte esiste quella che viene chiamata lettura con le orecchie. Questa consiste nell'utilizzo di cuffie durante la lettura: in questo modo si utilizza un doppio canale di acquisizione di informazioni al fine di agevolare la lettura per i disturbi come la dislessia e catalizzare l'attenzione  in quelle persone che faticano a concentrarsi.

 

Usando l'esempio del tennis, abbiamo dei compiti e degli obiettivi:

tra i primi abbiamo colpire la palla, superare la rete, rimanere sul campo; ma qual'è l'obiettivo del tennis?

Lo scopo finale dello sport dev'essere confrontarsi e divertirsi!

 

Applicando queste stesse categorie all'insegnamento, se i compiti sono scrivere, leggere, ripetere e memorizzare, la finalità dovrebbe essere quella di avere degli spunti di crescita personale.

 

Quindi se i compiti vengono semplificati, o meglio, adattati alle esigenze di chi ha un funzionamento differente da quello previsto tradizionalmente dagli istituti scolastici è per raggiungere in maniera più diretta l'obiettivo che rimane l'istruzione. 

 

 

Tutto questo rientra nel piano di strategie per rendere funzionali le richieste della scuola; in quest'ottica l'adulto perde il ruolo di saggio conoscitore e diventa accompagnatore: è un cambio di paradigma di per sé complesso, ma che lega in un circolo vizioso apprendimento autoefficacia e autostima.

 

Spesso dopo la diagnosi di DSA gli enti si occupano semplicemente di fornire la terapia adeguata per il disturbo specifico.

La necessità che emerge di più tra i bambini, i ragazzi e i genitori è quella di sentirsi capiti; per questo l'associazione emiliana ha messo in pratica un progetto con la regione Piemonte chiamato "No Problem", nel quale si organizzano gruppi per spiegare le difficoltà peculiari dei bisogni educativi. In questo modo si soddisfa il bisogno di essere capiti dai compagni, dagli insegnanti, dai genitori e da se stessi.

 

Autonomia e consapevolezza sono le armi vincenti per l'autoefficacia.

 

 

Demetrio Martorano 

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Commenti: 2
  • #1

    Egle Miriam Carobbio (venerdì, 01 aprile 2016 14:34)

    Ottimo il taglio sul meta apprendimento :D
    Demetrio...potresti approfondire la parte in cui ci parli di "a sintesi vocale, per esempio, proposta dalle nuove tecnologie potrebbe essere vista come un distacco da parte delle risorse cognitive da quella che sembra l'unica "meccanica del leggere"; al contrario con "l'effetto karaoke" lo studente può fruire di un doppio canale per l'acquisizione delle informazion". Cosa intendiamo come distacco dalle risorse cognitivi e meccanica del leggere?

  • #2

    Demetrio Martorano (venerdì, 04 novembre 2016 12:29)

    Scusa per il ritardo ma vedo solo ora la domanda... Nel separare il compito dall'obbiettivo, per quanto mi riguarda ho visto una grande liberazione rispetto a ciò che si DEVE fare per raggiungere l'obbiettivo! Per fare un esempio, se leggendo, ascoltando o guardando un video (operazioni che impiegano risorse differenti) riesco ad ottenere lo stesso risultato, l'apprendimento, sarebbe controproducente fermarsi all'acquisizione di una meccanica sistematica del leggere nel caso di un DISTURBOche per latro è SPECIFICOe non inficia per intero il campo dell'APPRENDIMENTO! ;)